Che ne sa Calvino delle stelle cefeidi

LA SECONDA INTERVISTA IMPOSSIBILE A MARGHERITA HACK, l’astrofisica che scoprì le stelle cefeidi, stelle che pulsano e indicano le distanze.

Personaggi: Giornalista, Margherita Hack.

Luogo: un punto nello spazio.

Giornalista          Signora…

Hack                     Ancora, ‘sta bischerata!

Giornalista          Avrei ancora una domanda…

Hack                     Mi dica come mi ha trovato stavolta!

Giornalista          È stato piuttosto facile, mi sono concentrata.

Hack                     Chi crede di buggerare, signorina? La concentrazione non c’entra un accidente.

Giornalista          Mi scusi, forse mi ha fraintesa. Non intendo quel tipo di concentrazione che viene da non avere distrazioni…

Hack                     Lei ha una fissa!

Giornalista          …Intendo che ho aumentato la concentrazione di me stessa rispetto all’ambiente circostante.

Hack                     E non mi dica che le è riuscito!

Giornalista          Come no? L’ho trovata!

Hack                     Se ho capito bene, avrebbe dovuto aumentare la sua massa in uno spazio piuttosto piccolo, quando invece continua a incontrarmi nella multidimensione della stringa che mi sono scelta dopo la mia dipartita dal mondo. Signorina, non sono una grulla, deve aver combinato qualcosa di fantasioso e di poco scientifico.

Giornalista          Potrei supporre di farla arrabbiare se le dicessi che ho seguito i passi di un racconto…

Hack                     Una relazione scientifica di qualcuno che conosco?

Giornalista          Un racconto, signora Hack.

Hack                     Un racconto e basta, fine a se stesso?

Giornalista          Un racconto analogico.

Hack                     Ma cosa sta blaterando? Le analogie sono un gran casino e dipende da chi è l’autore…

Scambio di sguardi.

Hack                     Non mi dica… Sempre quel bischero di un Italo?

Giornalista          Calvino, sì…

Hack                     Perché diavolaccio salta sempre fuori…

Giornalista          Per via di quel racconto, “tutto in un punto”.

Hack                     Sentiamo.

Giornalista          Vuole sapere la trama?

Hack                     Ce l’ha, almeno, la trama?

Giornalista          Sì, più o meno.

Hack                     Il solito scrittore pressappochista.

Giornalista          Per farla breve racconta di una dimensione in cui tutto è concentrato in un punto e c’è una donna che prepara da mangiare per tutti e tutti sono innamorati di lei e la incontrano continuamente, capirà, tutti stretti in un punto… Insomma, si finisce di capire che sono anche uno dentro l’altro, ma allo stesso tempo riescono a distinguersi…

Hack                     Va bene, bell’analogia, ma arrivi al punto!

Giornalista          Il punto è che così è nato l’universo, è un’analogia, appunto, che si riferisce al Big-Bang.

Hack                     Quindi secondo il suo Calvino questo aumento di massa concentrata da cui poi scaturì la nascita di tutto ciò che conosciamo e non, sarebbe avvenuto come la preparazione del pranzo di una massaia di cui tutti sono innamorati?

Giornalista          Sì, ma lei interpreta troppo le metafore… Si lasci suggestionare.

Hack                     Vorrei sapere, bella mia, che c’entra la massaia con il fatto che m’ha trovata!

Giornalista          Ho semplicemente pensato che, se l’universo è nato da un punto e io sono parte dell’universo, potrei provare a occupare con il mio essere tutto lo spazio possibile. Così riuscirei – e ci riesco! – a incontrarla ogni volta che voglio! Nel senso che, se non la incontrassi, significherebbe che lei sta in chissà quale altro mondo, ma all’Aldilà non ci crede, quindi…

Hack                     Quindi m’ha trovata! Ma io mi chiedo… Perché non cerca Calvino in questo marasma di massa concentrata nei punti che dice lei? E perché non gli chiede come caspita si fa a inventare simili castronerie galattiche?

Giornalista          Perché non mi interessa, in parte l’ho capito… Funziona per analogie…

Hack                     Quello s’è fatto prendere la testa dalle analogie, glielo dico io… Ha creato addirittura i suoi adepti analogici! Lei è una fan di questo sistema di cose e non si rende conto del divario tra la mia posizione scientifica e la vostra strana cultura umanistica!

Giornalista          Magari ha ragione, signora Hack ma io volevo domandarle…

Hack                     E la faccia questa domanda, perdinci!

Giornalista          Ha mai pensato che, se avesse fantasticato un po’ di più, se avesse trasformato la luna in formaggio o la traiettoria di un pianeta in un’acchiapparella, avrebbe amato di più il suo mondo e i suoi simili?

Hack                     Ma io ho amato moltissimo il mio mondo, così intensamente che lei è riuscita a trovarmi ancora qui, in un luogo dell’universo, anziché in un’invenzione della religione o della letteratura. Quanto ai miei simili, ho amato chi, come me, non mandava in confusione gli ascoltatori con bislacche teorie o discutibili racconti. Adesso le faccio io una domanda: perché continua ad ascoltarmi, quando non esisto più?

Giornalista          È merito di Calvino, che è riuscito a raccontare di lei, pur nella sua diversità poetica. Signora Hack, lei così è diventata immortale!

Hack                     Quel bischero, mi ha addirittura divinizzato! Allora sa cosa c’è?

Giornalista          Dica!

Hack rimane muta, perde i tratti umani, inizia a pulsare e cambiare ritmicamente la sua dimensione.

Giornalista          Arrivederci, signora Hack! Anche così, come una delle stelle cefeidi che lei ha scoperto, farà sempre parte del mondo di noi sognatori che guardando il cielo siamo a caccia di analogie… E cos’è un’analogia se non una risposta muta? Continui a pulsare, signora Hack, stella cefeide… Lo prendiamo come un saluto.

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