Sulla nascita e la morte della mascolinità

INTERVISTA IMPOSSIBILE A GILGAMESH

(Estratto da una favola in elaborazione)

Quivi pochi giganti, che dovetter esser gli più robusti, ch’erano dispersi per gli boschi posti sull’alture de’ monti, siccome le fiere più robuste ivi hanno i loro covili, spaventati ed attoniti dal grand’effetto di che non sapevano la cagione, alzarono gli occhi ed avvertirono il cielo.

Giambattista Vico, “La Scienza Nuova”

Noi vagabondi andavamo in cerca di ciò che loro si erano lasciati alle spalle, come i bambini raccolgono le conchiglie colorate sulle spiagge deserte.

Austen Henry Layard, l’archeologo che scoprì Ninive

Assurbanipal fu un re assiro di tremila anni fa, il cui nome significa “il dio Assur ha un erede”, quindi discendente di un dio. Divinità a parte, di lui si ricordano le doti di condottiero e i saccheggi di ricchissime città egiziane così come della città persiana di Susa; si ricorda poi l’immensa biblioteca che fece costruire a Ninive. Spesso, quando si parla di conquiste, si sottovalutano la cultura e le storie da essa prodotte, che diventano lo specchio di civiltà assorbite in un tessuto sociale nuovo. Assurbanipal fu un vero e proprio cultore di storie antiche, un collezionista di poesie, inni, testi religiosi e non si fermò al collezionismo perché, da conquistatore, quelle storie voleva farle sue, del suo popolo – degli Assiri forti, guerrieri, indomiti. Come? Con la traduzione nella lingua che era allora quella dell’impero: l’accadico contemporaneo, una lingua semitica scritta con caratteri cuneiformi, simili a quelli che avevano inventato i Sumeri. Chi ha inventato la scrittura? Si dice siano stati i Sumeri, ma le loro storie sono state tradotte dai popoli che poi si sono stratificati in Mesopotamia e la storia di un importante re è stata trovata, riscoperta e tradotta proprio per volere di Assurbanipal: si trattava della storia di Gilgamesh. Gilgamesh compare come primo re dopo una dinastia composta solo da dei, in una lista di re di quattromila anni fa. Secondo questa lista, regnò per 126 anni, eppure all’epoca di Assurbanipal, la sua storia era quasi stata dimenticata e solo una vicenda di conquiste e di ricerca di prestigio aveva portato al suo ritrovamento. Tra i Sumeri e gli Assiri, anche Hammurabi – il legislatore del codice – aveva fatto scrivere una versione babilonese, ma la città di Babilonia (l’antica Babele) era stata più volte distrutta e saccheggiata; così al tempo di Assurbanipal è probabile che la storia babilonese di Gilgamesh si fosse un po’ persa tra le varie versioni scritte, gli incendi e le ruberie. Di Gilgamesh, perciò si sa che è stato un re, il primo re mortale di grandissime civiltà del Medioriente, che visse un tempo lunghissimo e che la sua storia emerge e riemerge tra perdite e ritrovamenti. Sarà che a Gilgamesh non piaceva stare troppo tra i mortali e tentava sempre la fuga nel mondo degli dei, lontano migliaia di leghe dalla terra degli uomini; sarà che a un certo punto Gilgamesh si mise in competizione con altre mitologie, che un po’ somigliava alle storie greche e a quelle degli Ebrei… Sarà andata così, ma Gilgamesh fu trovato ancora una volta, suo malgrado, dopo altri due millenni, grazie ad alcuni archeologi del moderno Ottocento. Fu Mr Layard, in fissa con le tell arabe – colline di terra nel deserto – che scavando, cocciuto, trovò Ninive e con essa la biblioteca; poi fu Mr George Smith, assiriologo, che appena ventisettenne trovò e tradusse le antiche iscrizioni di Gilgamesh – non aveva ancora terminato di portare alla luce tutta la storia dell’antico re semidivino che, malato e rimasto senza denaro, morì a soli 35 anni, nel 1876. Da allora, dunque, si cerca di dare corpo alla storia di questo personaggio alla ricerca del senso della vita, amareggiato dalla mortalità degli uomini, dipendente dall’adrenalina delle sensazioni forti e con il passo pronto a percorrere ventimila leghe nell’oscurità per scomparire una volta per tutte. È passato un secolo e mezzo dall’ultimo tentativo di tenerlo con noi e potremmo già averlo annoiato a morte.  

Intervista impossibile a Gilgamesh

Archeologi      Dovremmo averlo trovato.

Gilgamesh      Oh, santa pace!

Archeologi      Non si nasconda!

Gilgamesh      Ci riuscissi… A questo punto non so davvero di che morte morire per fuggire da voi.

Archeologi      Ma è scomparso per un sacco di tempo, non le mancava la luce del mondo degli uomini?

Gilgamesh      Assolutamente no. Un tempo forse mi avrebbe fatto un altro effetto, ma ora preferisco le tenebre, ero intento a percorrere un milione di leghe al buio, proprio per trovare chissà che. Ero intento a percorrere un milione di leghe al buio, per chissà che. Stavo percorrendo tutte quelle leghe al buio e la mia meta chi la sa che. Sapete? Ho fatto un sogno in cui percorrevo mille milioni di miglialeghe al buio e la mia meta chissà se la sapete voi e che.

Archeologi      Gilgamesh, è in sé?

Gilgamesh      Sono in me, in te, in noi. Sono ovunque e busso alla camera della sposa la prima notte di nozze per godere della sua, della mia, della vostra passione. Mi insinuo in tutti voi e sono in me, ora, sempre, nell’eternità e muoio.

Archeologi      Abbiamo dunque trovato Gilgamesh?

Gilgamesh      Ma certo, santi numi di Uruk, sono io quello che cercate, sono Gilgamesh, non siate ripetitivi anche voi.

Archeologi      Ci scusi, a volte è difficile capire.

Gilgamesh      Ah, lo dite a me? Che sono stato creato sumero, ma parlo accadico e ho trascritto il testo della mia storia su comode lastre di pietra imperitura? Lo dite a me, che dopo tutta questa fatica, il meglio che siete riusciti a fare è stato decifrarmi in un centinaio di pagine scritte in prosa, confondendo le mie gesta con quelle degli Ebrei? È tutta colpa del diluvio.

Archeologi      Ci spieghi, Gilgamesh, perché a dirla tutta il diluvio per noi rimane un mistero. È avvenuto, quindi? È stato così universale? E chi si è salvato? Lei accredita più la versione di Noè, di Deucalione e Pirra, del regno di Ragnarok, dei miti malesiani, neozelandesi o di Utnapistim?

Gilgamesh      Cosa me ne frega?

Archeologi      Noi pensavamo che lei potesse fare luce su questa cosa…

Gilgamesh      Sentite, del diluvio non mi importa, non è la mia storia. Mi sono infilato in una corsa insensata per cercare il sopravvissuto al diluvio reso immortale, Utnapistim, e a dirla tutta mi è stato decisamente antipatico quando mi ha detto che io non sarei mai stato immortale, però “to’ tieni questo fiore per l’eterna giovinezza, che tanto ti verrà mangiato dal serpente e non ti rimarrà che tornare sulla terra a fare l’amore con le tue prostitute”.

Archeologi      Suvvia, non è andata proprio così.

Gilgamesh      Ah, no? Forse ho reso la risposta del vecchio Utna il Lontano un po’ più secca della versione originale, ma per farla breve la questione si è risolta così, con il mio rientro tra i mortali. Poi epopea mezzo scomparsa, qualche brano ricostruito e la fine della storia con “la morte di Gilgamesh”. Ho un tale nervoso e che abbatterei cedri secolari a più non posso solo per istigare l’ira degli dei, di Humbaba e di tutta la sua stirpe. Sappiate che quando la mia ira si fa grande abbatto tutti i cedri che trovo nel bosco alla faccia di Humbaba. Un giorno Enkidu mi ha detto di stare attento ai cedri di Humbaba, ma a me saliva il desiderio di abbatterli, perché sono forte e posso dimostrare la mia virilità solo buttando giù tutti i cedri che incontro e Humbaba, alla faccia sua, degli dei e della sua stirpe, si arrabbia e mi sfida e io monto in bestia e continuo ad abbattere i cedri.

Archeologi      Le sue risposte risentono di qualche millennio di stratificazioni di storie, ci pare.

Gilgamesh      Qui vi sbagliate, la storia è sempre la stessa ed è l’unica cosa immortale che troverete e nonostante tutto mancano dei pezzi, quindi bisogna arrabattarsi con quello che si ha. Ma ditemi, mi avete rispolverato solo per chiedermi di raccontare di nuovo la mia storia? Poi sarei io il ripetitivo!

Archeologi      No, le cose stanno diversamente.

Gilgamesh      Allora parlate, sia vero che mi chiamo Gilgamesh, che sono figlio di Ninsun, quinto re di Uruk dopo il diluvio, primo re mortale dopo i divini, vivo per centoventisei anni in terra, per millenni nelle vostre storie, nei vostri miti, nei vostri sogni, nelle vostre lingue semitiche e tradotto in quelle indoeuropee, mannaggia a voi!

Archeologi      Siamo qui per capire com’è nata la virilità. Per farla breve, stiamo seguendo la storia di un nascituro e della madre che sta preparando le cose per la sua venuta al mondo. Ormai si sta formando il suo sesso e il nascituro si sta facendo maschio, quindi volevamo interrogarla sulla faccenda, visto che da archeologi abbiamo individuato in lei il primo mito mascolino raccontato all’umanità.

Gilgamesh      Ah.

Archeologi      Ah?

Gilgamesh      Cosa volete che vi dica? Non capisco la vostra necessità.

Archeologi      Volevamo capire qualcosa di più, insomma lei viene descritto come un toro selvaggio, un uomo dal corpo perfetto, la cui lussuria non lascia nessuna vergine all’amante, né la figlia del guerriero…

Gilgamesh      …Né la moglie del nobile, lo so lo so. Cosa c’è da aggiungere?

Archeologi      Vorremmo un suo commento.

Gilgamesh      Sapete com’è andata, non era ancora arrivato Enkidu nella mia vita.

Archeologi      Quindi, non doveva condividere con nessun altro le ragazze e – si perdoni la cafoneria – era l’unico “gallo nel pollaio”?

Gilgamesh      No, semplicemente non avevo ancora conosciuto Enkidu. Sapete come avvenne?

Archeologi      Enkidu era ciò che a lei mancava, un essere creato per contrapposizione.

Gilgamesh      Affatto.

Archeologi      Lei dice? Eppure così dicono gli interpreti…

Gilgamesh       Enkidu era ciò che mi mancava e lo conobbi nel momento in cui cercavo per l’ennesima volta qualcosa che appagasse il mio vuoto.

Archeologi      Lei stava per violentare una ragazza!

Gilgamesh      Come siete contemporanei… Esercitavo il mio ius primae noctis. Stavo civilmente nella casa nuziale della Regina d’Amore, la prima notte delle sue nozze e non chiedevo che di giacere con lei per primo – prima del marito, intendo.

Archeologi      Non riusciamo a dare un giudizio benevolo, ma capiamo la situazione, la tradizione, le cose antiche, così andava il mondo…

Gilgamesh      Arrivò Enkidu, era forte, aveva le ossa grosse e venne contro di me. Stavamo là, come due tori avvinghiati ad annusare chi dei due fosse il più possente. Ce le siamo date, finché non ho rovesciato a terra Enkidu e sono rimasto a guardarlo. Era a terra, lo guardavo, era forte, ma io lo ero più di lui ed ero felice perché era quanto di più bello potessi incontrare. Fu allora che pensai di cambiare proposito: non entrai nella camera della Regina dell’Amore e decisi di non separarmi più da Enkidu. Da allora abbiamo condiviso la stessa camera, la nostra camera, i sogni e le battaglie. Enkidu non era contrapposto a me, ma era stato creato come una parte di me.

Archeologi      Quindi si è innamorato del suo amico?

Gilgamesh      Sono troppo antico per comprendere il senso che voi date all’amore, all’epoca di Enkidu, io vivevo Enkidu e lui viveva in me, poi tutto finì con la sua morte.

Archeologi      Così ci spiazza, Gilgamesh. Pensavamo di trovare l’emblema dell’antica virilità, un abbattitore di cedri e di tori, non certo un uomo che cerca un amico.

Gilgamesh       Ho sognato la morte di Enkidu ed Enkidu ha sognato la sua morte, abbiamo trascorso giornate deliranti, io a vegliare sul letto di morte del mio amico, lui a morire per un sogno di morte. Ho sognato la morte del mio amico e lui ha fatto lo stesso, entrambi sapevamo che lui non avrebbe fatto che aspettare la morte per i giorni a seguire. Lo strazio è cominciato in sogno ed Enkidu stesso soffriva per un sogno che lo riguardava ed entrambi sapevamo che si sarebbe concretizzato. Io ho sognato Enkidu che moriva ed Enkidu è morto; Enkidu ha sognato sé stesso che moriva ed Enkidu è morto.

Archeologi      Sembra che sia ancora preso nel vortice della disperazione.

Gilgamesh       Da millenni muore Enkidu e io muoio con lui, nonostante i miei viaggi per fuggire alla morte. Da millenni vivo con Enkidu nelle storie della gente ed Enkidu muore per me, per un sogno, per causa mia. A chi dice che Enkidu è stato creato per merito mio, dico che per causa mia è morto. Quando sono andato da Utnapistim a chiedere come diventare immortale, avrei voluto chiedere come fare a far tornare in vita il mio amico, ma sapevo che non era possibile e sapevo di essere mortale come lui. Quando incontrai la fanciulla che fa il vino, Siduri è il suo nome, quella mi disse di tornare sulla terra, unirmi a una donna e amarla. Non mi rimaneva che ascoltarla, ma ad ascoltare quelle parole era Gilgamesh, colui che aveva rifiutato la bellissima dea Ishtar e condiviso le notti con l’amico Enkidu.

Archeologi      Gilgamesh, pensiamo che lei ci stia raccontando una storia d’amore.

Gilgamesh      Allora dite a quella donna per il cui nascituro venite a intervistarmi: il tuo bambino sarà virile quanto sarà pieno d’amore. E l’amore ha tante forme, abbatte i cedri, uccide i tori, si fa toro, si scorna con i rivali e condivide i sogni con gli amici.

Gilgamesh tace e parte per percorrere milioni di miglia di leghe nell’oscurità.

Lascia un commento